Dario di un corpo #1 – L’anca sinistra

In queste ultime settimane ho messo al centro della mia attenzione la gamba sinistra.

Per diverse ragioni, tra cui probabilmente il fatto che abbia sempre giocato a calcio, e mi sia infortunato numerose volte alla caviglia destra (una delle quali fu una microfrattura), ho sviluppato una tendenza ad usare in maniera differente le due gambe.

Sento la sinistra come elemento di sostegno, la destra come elemento di agilità. La destra slancia, la sinistra affonda.
L’arco plantare destro rimane ben marcato, il piede sinistro invece – forse anche per via degli infortuni del destro – ha sempre scaricato meglio sul terreno le forze. A destra è come se qualcosa rimanesse intrappolato nel piede mentre appoggia al terreno, a sinistra no. 

Tuttavia, il piede sinistro ha una tendenza maggiore a pronare, cioè ad appiattirsi quando sto in piedi. Questo cambia la trasmissione delle forze al ginocchio, che sento convergere maggiormente verso il centro, sotto il condile interno del femore sinistro. 

Questo atteggiamento è di leggero ostacolo al movimento di estensione dell’anca, quindi ad un utilizzo proprio del gluteo sinistro.
Si può fare una prova: se si contrae il gluteo sx da in piedi, l’anca si “apre” davanti, il lato sx del bacino avanza, il femore cambia allineamento rispetto alla tibia…

 

Per sopperire alla mancata appropriata estensione dell’anca, l’ala sinistra del bacino, durante la camminata, deve fare un piccolo movimento aggiuntivo che la destra non fa, e similmente il ginocchio sinistro deve estendersi maggiormente.

Forse è anche per questo che tempo fa mi ero fatto male al tendine rotuleo sinistro.(¹)

Spesso mi soffermo semplicemente sull’immagine che ho delle mie due gambe e di come le uso.
Quando non faccio nulla di attivo e intenzionale, ma cerco solo di usare l’attenzione per contattare l’immagine di movimento che coinvolge piede e anca contemporaneamente, sento sostenersi maggiormente l’arco plantare sinistro, riposizionarsi tibia e perone, sento un’ottima e piacevole trasmissione al ginocchio sinistro, e l’anca sinistra si “apre” di più mentre cammino.(²)
Quando ci muoviamo, lo facciamo associando immagini di movimento che abbiamo appreso nei primissimi anni e che ormai diamo per scontate. Quando si manifestano, per me è quasi rivelatorio: a sinistra l’immagine di spinta è più carente, mentre prevale un’idea di “atterraggio”.

Come risulta evidente, si può partire da un dettaglio per collegarlo con l’utilizzo dell’intera struttura e, per certi versi, con l’intera storia personale.

Qualche tempo fa ho conosciuto una persona che da qualche mese non riusciva più a stare comodamente seduta a gambe incrociate, perché sentiva un fastidio ad un’anca quando apriva il ginocchio di lato. Le ho descritto la mia interpretazione: il fastidio all’anca si percepisce solo nel momento in cui viene attivata un’intenzione di movimento che interferisce con un atteggiamento di chiusura che sta a monte e che è sempre attivo. Cioè, quando lei vuole “aprire”, le fasce che stanno perennemente chiudendo si lamentano perché viene loro chiesto meccanicamente di cambiare tono, mentre da un’altra regione del sistema nervoso permane l’intenzione di mantenere la contrazione e di “chiudere”.

Chi percepisce un simile dolore non sente l’attività di chiusura, sente solo la “lotta” tra questa attività e il gesto di un altro muscolo che richiede l’allungamento del muscolo contratto.
Il muscolo contratto però non cede, perché sta lavorando per mantenere la stabilità, ed essere stabili è più importante di sedersi comodamente a gambe incrociate.
Come approcciare ad un caso simile? Quali altri elementi occorrono? Ha senso pensare in termini di anca senza rivolgersi alla colonna? Cosa avviene più in alto perché in basso ci sia tale atteggiamento? La prima premura non è correggere ma comprendere.

______

(1) – Una ridotta mobilità nella zona dell’anca, costringe la parte distale del quadricipite a fare gli straordinari. Un lavoro così non equamente distribuito può procurare una infiammazione da eccessiva usura alla zona rotulea. Questa è solo una delle tante ipotesi.

(2) – È passato parecchio tempo da quando ho scritto questa pagina, quindi mentre la sistemavo per la pubblicazione ho interrotto per fare una breve camminata. Ho notato che spontaneamente il ginocchio sinistro non cerca più l’estensione quando il passo va indietro, è un cambiamento ormai acquisito. Le gambe quindi funzionano più come ruote che come trampoli.

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